Trouble dei Coldplay (TESTO + TRADUZIONE):
Oh no, ora capisco
La ragnatela si è aggrovigliata su di me
E ho perso la testa
E ho pensato a tutte le cose stupide che avrei detto
Oh no, cosè questa?
È una ragnatela e io sono ci sono finito in pieno
Allora io faccio per scappare
E penso a tutte le cose stupide che avrei fatto
E non avrei mai voluto causarti dei guai
Non avrei mai voluto farti del male
Be, se mai ti avessi causato dei guai
Oh no, non avrei mai voluto ferirti
Oh no, ora capisco
È la ragnatela, e ci sono io nel mezzo
E mi attorciglio e mi giro
Ma sono sempre qui, nella mia piccola bolla
Gridando
Che non avrei mai voluto causarti dei guai
Non avrei mai voluto farti del male
Be, se mai ti avessi causato dei guai
Oh no, non avrei mai voluto ferirti
Loro filavano una ragnatela per me
Loro filavano una ragnatela per me
Loro filavano una ragnatela per me
Devo confessare che in questa canzone mi identifico molto. Da questo testo prevale senso di colpa, frustrazione e incapacità di agire, tutti sentimenti banali e stupidi che non riesco ad allontanare da me. Spesso mi chiedo se la mia mente mi prenda in giro: io spero che le cose cambino nella mia esistenza, ma non faccia quasi nulla per cambiare il
mio presente e quindi anche il mio futuro.
"In effetti il pensiero non esisterà più, almeno non come lo intendiamo ora, Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno di pensare. Ortodossia e inconsapevolezza sono la stessa cosa." cit. 1984 - George Orwell
Vorrei che la inconsapevolezza mi travolgesse nel mondo dei balocchi e mi spegnesse il cervello, perché anche in questo preciso momento me lo fondo. Troppa remuginazione e poca esternazione di sentimenti: una chiusura a riccio, come se neanche la persona a cui tengo di più al mondo mi di debba conoscere. La conoscenza ci rende vulnerabili e ci espone a ogni pericolo della vita. E io sono in mezzo a questo vortice come in balia degli eventi in modo arrendevole, come se volessi essere solo una spettatrice dello spettacolo a cui tutti stiamo giocando che si chiama VITA.
Oh no, ora capisco
La ragnatela si è aggrovigliata su di me
E ho perso la testa
E ho pensato a tutte le cose stupide che avrei detto
Oh no, cosè questa?
È una ragnatela e io sono ci sono finito in pieno
Allora io faccio per scappare
E penso a tutte le cose stupide che avrei fatto
E non avrei mai voluto causarti dei guai
Non avrei mai voluto farti del male
Be, se mai ti avessi causato dei guai
Oh no, non avrei mai voluto ferirti
Oh no, ora capisco
È la ragnatela, e ci sono io nel mezzo
E mi attorciglio e mi giro
Ma sono sempre qui, nella mia piccola bolla
Gridando
Che non avrei mai voluto causarti dei guai
Non avrei mai voluto farti del male
Be, se mai ti avessi causato dei guai
Oh no, non avrei mai voluto ferirti
Loro filavano una ragnatela per me
Loro filavano una ragnatela per me
Loro filavano una ragnatela per me
Devo confessare che in questa canzone mi identifico molto. Da questo testo prevale senso di colpa, frustrazione e incapacità di agire, tutti sentimenti banali e stupidi che non riesco ad allontanare da me. Spesso mi chiedo se la mia mente mi prenda in giro: io spero che le cose cambino nella mia esistenza, ma non faccia quasi nulla per cambiare il
mio presente e quindi anche il mio futuro.
"In effetti il pensiero non esisterà più, almeno non come lo intendiamo ora, Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno di pensare. Ortodossia e inconsapevolezza sono la stessa cosa." cit. 1984 - George Orwell
Vorrei che la inconsapevolezza mi travolgesse nel mondo dei balocchi e mi spegnesse il cervello, perché anche in questo preciso momento me lo fondo. Troppa remuginazione e poca esternazione di sentimenti: una chiusura a riccio, come se neanche la persona a cui tengo di più al mondo mi di debba conoscere. La conoscenza ci rende vulnerabili e ci espone a ogni pericolo della vita. E io sono in mezzo a questo vortice come in balia degli eventi in modo arrendevole, come se volessi essere solo una spettatrice dello spettacolo a cui tutti stiamo giocando che si chiama VITA.
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