lunedì 18 novembre 2013

Vicolo ceco

Spesso mi trovo in un vicolo ceco.
La mia esperienza mi dice di andare avanti per la strada che ho sempre intrapreso, senza mai cambiar nulla, ma in cuor mio so che devo cambiare e che devo smetterla di commiserarmi. Si certo la vita è stata dura con me, ma questo dovrebbe fortificare il mio animo; invece mi sento una perdente, una debole.

Sono in una fase dove tutti mi sembrano più fortunati di me e nemmeno le persone più care riescono a farmi cambiare idea. Uno stato di confusione totale dove la realtà viene distorta dal mio cervello "malato".

Forse sono una sfaticata che spera che i cambiamenti avvengano spontaneamente, invece per ottenere risultati bisogna soffrire e qui arriviamo al punto cruciale: SOFFRIRE. Ecco cosa mi blocca la sofferenza.
Spesso ho avuto a che fare con lei e ora mi terrorizza, ma forse dovrò averci a che fare se voglio avanzare il mio grado di esistenza, visto che questa mi sta stretta.

domenica 29 settembre 2013

Trouble dei Coldplay (TESTO + TRADUZIONE):


Oh no, ora capisco 
La ragnatela si è aggrovigliata su di me 
E ho perso la testa 
E ho pensato a tutte le cose stupide che avrei detto 

Oh no, cos’è questa? 
È una ragnatela e io sono ci sono finito in pieno 
Allora io faccio per scappare 
E penso a tutte le cose stupide che avrei fatto 

E non avrei mai voluto causarti dei guai 
Non avrei mai voluto farti del male 
Be’, se mai ti avessi causato dei guai 
Oh no, non avrei mai voluto ferirti 

Oh no, ora capisco 
È la ragnatela, e ci sono io nel mezzo 
E mi attorciglio e mi giro 
Ma sono sempre qui, nella mia piccola bolla 

Gridando 
Che non avrei mai voluto causarti dei guai 
Non avrei mai voluto farti del male 
Be’, se mai ti avessi causato dei guai 
Oh no, non avrei mai voluto ferirti 

Loro filavano una ragnatela per me 
Loro filavano una ragnatela per me 
Loro filavano una ragnatela per me








Devo confessare che in questa canzone mi identifico molto. Da questo testo prevale senso di colpa, frustrazione e incapacità di agire, tutti sentimenti banali e stupidi che non riesco ad allontanare da me. Spesso mi chiedo se la mia mente mi prenda in giro: io spero che le cose cambino nella mia esistenza, ma non faccia quasi nulla per cambiare il
mio presente e quindi anche il mio futuro. 

"In effetti il pensiero non esisterà più, almeno non come lo intendiamo ora, Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno di pensare. Ortodossia e inconsapevolezza sono la stessa cosa." cit. 1984 - George Orwell

Vorrei che la inconsapevolezza mi travolgesse nel mondo dei balocchi e mi spegnesse il cervello, perché anche in questo preciso momento me lo fondo. Troppa remuginazione e poca esternazione di sentimenti: una chiusura a riccio, come se neanche la persona a cui tengo di più al mondo mi di debba conoscere. La conoscenza ci rende vulnerabili e ci espone a ogni pericolo della vita. E io sono in mezzo a questo vortice come in balia degli eventi in modo arrendevole, come se volessi essere solo una spettatrice dello spettacolo a cui tutti stiamo giocando che si chiama VITA.

venerdì 20 settembre 2013

Occhi innocenti che trasmettono solo tenerezza di chi li incrocia: questa fedeltà nelle potenzialità che solo
una cane può possedere. L'essere umano non è mai stato fedele a se stesso e non potrà mai esserlo con i propri ideali o suoi simili.
La fedeltà è purezza e totale fiducia nell'altro, però l'uomo cova sempre dentro di sé sentimenti sinistri.
Solo quando siamo bambini riusciamo a essere totalmente liberi dai sentimenti di possesso, invidia etc; insomma tutti quei sentimenti che distinguono l'adulto dal bambino.

[...] La vita dell’uomo è miseramente corta. Contiamo gli anni dal nostro primo ingresso nel mondo, ma per parte mia non li conterei che dall’età della ragione, cioè dal momento in cui siamo davvero in possesso della ragione, il che non accade di solito prima dei vent’anni. Prima di quest’età si è bambini, e un bambino non è un uomo. [...] cit. Blaise Pascal - Discorso sulle passioni dell’amore. 

Molti si sono interrogati sul perché il trapasso al mondo degli adulti sia così devastante.

[...] L’uomo è nato per pensare; e davvero non c’è un momento in cui non lo faccia: ma i pensieri puri, che lo renderebbero felice se fosse in grado di farli durare, lo affaticano e lo abbattono. Rendono la vita monotona, e l’uomo non riesce ad adattarvisi; ha bisogno di movimento e d’azione, ogni tanto deve essere agitato da passioni di cui sente nel suo cuore sorgenti molto vive e profonde. [...] cit. Blaise Pascal - Discorso sulle passioni dell’amore. 

Sicuramente Pascal affronta questo tema da un punto di vista più razionale, ma è vero che l'uomo è un "animale sociale" e si fa condizionare da questa condizione e dimentica di pensare, travolto da faccende materiali e pragmatiche. Sopratutto nei giorni attuali, dove siamo circondati da miliardi di distrazioni che assopiscono la nostra capacità di ragionamento. Come se pensare fosse una perdita di tempo, quindi un lusso che non ci possiamo permettere.

martedì 17 settembre 2013

[...] Oggi cose simili non sarebbero potute accedere. Oggi la paura, l'odio e il dolore c'erano ancora, ma non esistevano più pene profonde e complesse, ne la dignità data dall'emozione. [...] cit. George Orwell - 1984

ODIO, RISENTIMENTO, RANCORE, VERGOGNA, PAURA. Queste parole descrivono molti sentimenti che l'essere umano prova nell'arco della sua esistenza. La nostra mente ci spinge a odiare o allontanare l'altro, come se fossimo ossessionati da un nemico immaginario che ci devasta esistenza. Noi in ogni modo dobbiamo difenderci.
Spesso ho provato queste sensazioni ritrovandomi in un turbine di rancore circondato da timore e vergogna. Sono consapevole che questa insicurezza fa risalire solo i lati negativi della mia personalità, spesso mi sento quasi difettosa o annebbiata da questa nera paura che vuole mantenere tutto immutato. Quelle parole hanno accompagnato la mia crescita e tuttora mi assistono giorno e notte: un circolo vizioso che gira ininterrotto da anni.

Dov'è la voglia di speranza, la forza di volontà e la voglia di agire e di reagire? Il futuro mi terrorizza, il presento non mi soddisfa e il passato lo invidio. Come dice una persona cara: "dovremmo accontentarci di quello che abbiamo oggi, perché il domani adesso non esiste". La paura è il sentimento che più condiziona la mia esistenza: la paura dell'abbandono, la paura di non compiacere gl'altri, la paura di non fare abbastanza etc. E la mia mente viene assalita da pensieri irrazionali e folli senza controllo che culminano in un mal di testa o nervosismo generalizzato.


sabato 14 settembre 2013

[...] Era curioso che non solo avesse dimenticato come esprimersi, ma che non sapesse neanche più cosa voleva dire originariamente. [...] cit. George Orwell - 1984

Ecco come mi sento oggi davanti a questa pagina di blog: impaurita e insicura. In passato avevo una forte consapevolezza delle mie capacità, ora ho solo un vuoto logorante che ha occupato lo spazio vitale per la mia anima. Scrivere a 23 anni ste cazzate può sembrare ridicolo, ma noi spesso siamo ridicoli. Perché non occupare il nostro tempo per pensare a questioni superiori, spesso senza una risposta razionale. A che serve la razionalità se la nostra mente spesso ci porta a compiere atti puramente folli?

Questa lettura mi ha ispirata, vediamo che ne salta fuori.

[...] All'improvviso prese a scrivere, in preda al panico più puro, consapevole solo in parte di quello che stava buttando giù. La sua calligrafia piccola e infantile si muoveva in maniera disordinata per la pagina, dapprima trascurando le maiuscole, poi anche i punti fermi. [...]  cit. George Orwell - 1984

Mi dovrei lasciare da parte il passato per sfornare una nuova persona, però i fantasmi del passato sono difficili da scacciare. Il nuovo, ora più che mai, mi terrorizza la mia mente mi consiglia sempre di tornare su un suolo sicuro, ma questo mi fa sprofondare in un abisso senza fondo.
Con questa briciola di consapevolezza vorrei tornare indietro a correggere gli errori commessi perché sopratutto hanno fatto del male a persone che ritengo importanti. I rimproveri verso la mia persona non sono mai abbastanza, rimarrò sempre la ragazzina trascinata dai sensi di colpa anche per una qualsiasi folata di vento che non vuole diventare adulta. Ora di questa ragazzina ne è rimasto un involucro zeppo di frivolezze e voglie materiali, come se la vita adulta mi avesse rubato l'anima e le emozioni.
Una vita telecomandata da un essenza superiore che ci impone la standardizzazione.